VIAGGIO NEL SALENTO

Le città che nel vostro percorso in Salento potrete visitare sono molteplici, cosi come infinite saranno le attrazioni che potranno catturare il vostro interesse, ma è nel viaggio attraverso questa splendida terra che troverete la vera essenza di questo territorio.
Dalle innumerevoli torri costiere, che puntellano i promontori a picco sul mare e ne incorniciano indescrivibili paesaggi, alle prelibatezze gastronomiche che di località in località potrete gustare, dalle masserie disseminate nelle campagne di uliveti ai loro muretti a secco, reminiscenza neolitica che non cede alle insidie del tempo, dagli ulivi secolari alle cattedrali barocche, dalle corti fiorite ai tramonti in riva al mare, Il Salento, se avrete voglia di conoscerlo davvero si aprirà a voi e vi lascerà senza fiato.

GALATINA

Il battito dei tamburelli scandisce il tempo a Galatina, dove arte e fede incontrano la taranta e una delle più belle chiese affrescate d’Italia.
Situata a 20 km a sud di Lecce, Galatina svela uno splendore artistico iniziato nel XIV secolo con gli Orsini del Balzo.
Dalle tre porte della città vecchia, Porta Luce, Porta Nuova e Porta dei Cappuccini, si diramano le stradine del centro storico. Ad introdurre alle meraviglie del borgo antico, c’è la “lampada senza luce”, chiamata dai galatinesi “la pupa”, che accoglie il visitatore che s’accinge a imboccare la via che porta l’attuale sede del Comune, Palazzo Orsini.
Da qui, portici e palazzi settecenteschi abbelliti da imponenti portali e balconi brulicano fino a placarsi davanti alla maestosa Basilica Orsiniana di Santa Caterina d’Alessandria, vero scrigno di tesori della fede.
Ci si può addentrare nel tempo e nella storia della città visitando il Museo Civico Pietro Cavoti, con reperti di epoca medievale e dipinti di pittori galatinesi, o scendendo nelle tre cripte basiliane di Santa Maria della Grotta, Sant’ Anna e Santa Maria della Porta, tangibile testimonianza delle fughe dalle persecuzioni dei monaci da Bisanzio verso le regioni del Sud Italia.

GRECÌA SALENTINA

Kalòs ìrtate stin Grecìa Salentina, che tradotto significa “Benvenuti nella Grecìa Salentina”, ovvero un’area linguistica nel cuore del Salento che unisce per tradizione e cultura 11 comuni salentini dell’entroterra: Calimera, Carpignano Salentino, Castrignano de’ Greci, Corigliano d’Otranto, Cutrofiano, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia e Zollino. Qui un tempo si parlava una lingua antichissima, il griko, attualmente insegnato nelle scuole, ma ormai in declino. Infatti, gli unici ad utilizzare ancora quest’idioma sono gli anziani.

Quest’area linguistica ellenica esprime ancora la grecità che originariamente interessava un’area più vasta e porta con sé una cultura ed una tradizione che si riflettono nella piccola realtà quotidiana dei singoli comuni. Sopravvivono ancora oggi alcune tradizioni fra cui la rassegna musicale dei Canti della Passione, ovvero una tradizione tramandata oralmente che vede i cantori del posto eseguire in griko“I Passiuna tu Christu” e “Lu Santu Lazzaru”; ed il patrimonio musicale popolare valorizzato dal famosissimo “Festival della Taranta” itinerante. Si tratta, infatti, di una rassegna musicale che tocca 15 comuni salentini e che si conclude con il concertone della “Notte della Taranta” a Melpignano.

LECCE

La città è un palcoscenico a cielo aperto. Ogni scorcio che questa città ci offre è un compendio di arte, architettura, scenografia e stupore al tempo stesso.
La città del barocco, è in ogni sua parte una dichiarazione d’amore alla bellezza. Di origine messapica, ha saputo trasformare le forme e gli spazi in quello che oggi possiamo ammirare.
Una città di pietra, ma soprattutto una città che ha saputo manipolare la pietra rendendola viva.
Passeggiando tra le strade di Lecce, la pietra che racconta, le volute concave e convesse dei balconi, le colonne tortili delle chiese e le decorazioni delle facciate, vi racconteranno dove siete.
Tra la vista dall’alto dell’anfiteatro e del teatro romano, alla Basilica di Santa Croce ad ogni passo, anche il visitatore più stanco è ripagato dalla bellezza di ciò che può ammirare.
I secoli non sembrano aver scalfito questa città in cui reminiscenze romane coesistono con architetture seicentesche in spazi armonici dove il profumo di un rustico appena sfornato vi farà venire voglia di programmare il vostro ritorno in un luogo che ha già trovato un posto nel vostro cuore.

GALLIPOLI

La Città bella adagiata sul mare è il punto di partenza di uno degli infiniti percorsi che potrete intraprendere se soggiornate presso Palazzo Castriota.
Situata a pochi chilometri, Gallipoli ed il suo antico borgo, è uno dei gioielli di cui il Salento può certamente vantarsi. Le sue strade lastricate, i suoi palazzi barocchi, le sue Chiese e le tipicità gastronomiche fanno di questa città una tappa immancabile.
Di origine antichissima, la città vede il susseguirsi di molte popolazioni che hanno inevitabilmente influenzato il suo sviluppo; dai normanni agli angioini, dagli spagnoli ai Borbone, Gallipoli ha nel suo passato tante anime che ancora oggi convivono tra muri di tufo e capitelli in pietra leccese.
Il castello angioino è la prima delle tante meraviglie che accoglie i visitatori; posto un tempo a difesa della città, oggi è affiancato dal ponte novecentesco che collega la città vecchia al tessuto urbano moderno, dal quale si diramano un dedalo di strade che conducono a infiniti ed affascinanti percorsi.

OTRANTO

Tra le antiche città fortificate salentine dell’antichità non può mancare Otranto, il baluardo più ad Oriente della penisola. Inserito tra i borghi più belli d’Italia e di recente riconosciuto come Patrimonio Culturale dall’Unesco, Otranto rappresenta il ponte tra le culture che in questo territorio coesistono da millenni.
Di origine messapica, come la maggior parte delle città costiere del Salento ha subito nei secoli influssi e dominazioni, ma qui più che altrove, si percepisce il legame con l’Oriente. Dall’iconografia, alle architetture, dal vento all’artigianato tipico tutto ha un sapore diverso, quasi magico.
La Cattedrale con il suo mosaico del primo secolo, il Castello Aragonese a pianta pentagonale, la chiesa bizantina di San Pietro sono alcune delle meraviglie che potrete apprezzare passeggiando nelle strade di questa incantevole cittadina, ma basterà uscire appena fuori dall’abitato per imbattersi in cripte ed ipogei, e paesaggi mozzafiato, nelle spiagge di Alimini o nei tratti di costa più incontaminati come Porto Badisco.

NARDÒ

È uno scrigno di arte e natura la bella città di Nardò col prezioso barocco del centro storico, la rigogliosa campagna e una lunga costa dal mare cristallino, in cui ricade il Parco di Porto Selvaggio.

Città di origini antichissime, Nardò è il centro più popoloso della provincia di Lecce dopo il capoluogo, da cui dista 26 chilometri, e custodisce preziose testimonianze della sua storia sin dall’insediamento dei messapi. A soli 7 chilometri, il Mar Ionio bagna le frazioni di Santa Maria al Bagno, Santa Caterina e Sant’Isidoro.
Accoglie il visitatore che giunge da Lecce il tempietto seicentesco dell’Osanna, ai margini del centro storico. Qui domina il barocco che svela in uno scenario magnifico in piazza Salandra, da anni ricercato set cinematografico.
Da non perdere la Cattedrale, la Chiesa di San Domenico, massimo esempio di barocco leccese e il Castello degli Acquaviva, sede del Municipio a cui si giunge camminando sull’antico basolato.
La campagna neretina, tra ulivi secolari e distese di vigna, è costellata da masserie, molte delle quali fortificate. Patria dell’oliva Cellina, Nardò produce ottimo olio extravergine e vino di qualità, oltre che rinomate angurie.
Lungo la costa, impreziosita dal Parco di Portoselvaggio e Palude del Capitano con la grande pineta che si estende in riva al mare, svettano imponenti torri d’avvistamento. Dolci calette con piccole spiagge di sabbia si alternano a scogliere selvagge, da cui ammirare uno splendido tramonto sul mare.

 

SANTA MARIA DI LEUCA

Ai piedi del faro, il Salento si tuffa nel mare di Finibus Terrae, a Santa Maria di Leuca, borgo ricco di storie e leggende e impreziosito da una costa spettacolare.
Ionio e Adriatico si mescolano a Santa Maria di Leuca, estremo lembo del Salento, racchiuso tra Punta Ristola e Punta Meliso, nel territorio di Castrignano del Capo.
Si domina tutta dall’alto la bella Leuca, che già nel nome, dal greco “leucos”, bianco, mostra il suo orizzonte fatto di candide rocce calcaree. È il faro, alto 47 metri, che si erge su Punta Meliso, tra i più importanti d’Italia, a dominare la baia su cui sorge il borgo. Sul lungomare si succedono le eleganti dimore signorili e ville liberty, con i fregi azzurri di Villa Episcopo, le stravaganze moresche di Villa Daniele e le fantasie di Villa La Meridiana.
Ai piedi del faro, c’è la Basilica di Santa Maria de Finibus Terrae, caratteristico luogo di devozione a picco sul mare, mentre, a pochi passi dal Santuario, termina l’Acquedotto pugliese, con una suggestiva cascata monumentale, affiancata da una scalinata a due rampe, inaugurata in pompa magna durante il Ventennio ed oggi aperta solo in eccezionali occasioni.
La costa frastagliata di Leuca rientra nel Parco naturale regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca – Bosco di Tricase ed è impreziosita da grotte naturali, tutte raggiungibili via mare: sono i pescatori del luogo a conoscerne per filo e per segno le leggende e le origini delle curiose denominazioni.

ALEZIO

L’antica Alytia, è un piccolissimo borgo, misurato e pacifico.
Un piccolo mondo dove storia, relax e cultura vanno a braccetto per vacanze aristocratiche.
Ci abitavano i Messapi qui, un piccolo popolo di origine cretese, si ipotizza arrivato circa nel 3300 a.C. e successivamente sottomesso dagli Illiri secoli dopo.
Ed è nell’antica Alytia, la Alezio di oggi appunto, che si trovano tra i più importanti ritrovamenti archeologici del periodo messapico.
Pastori, agricoltori, poi abili mercanti. Producevano e vendevano. Coltivavano olivi soprattutto.
Alberi secolari, forti, che forse avevano visto gli ultimi guerrieri messapi difenderli. Ci tengono a questo passato quasi greco e le rappresentazioni in costume sono diventate parte del folclore.
Il ricordo dei Messapi si legge nella pietre confuse di un sito archeologico all’aperto annesso al Museo civico Messapico e la necropoli di Monte d’Elia.
Col Santuario della Madonna della Lizza, la visita alle catacombe e al Museo della Confraternita della Lizza si entra nel clima mistico che mette insieme religione, tradizione, storia e folklore. Sono così i salentini, attaccati alla loro identità e alle loro tradizioni.

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